ARMIR Armata italiana in Russia

Tipologia Ente
Alpini in marcia verso il fronte del Don
Alpini in marcia verso il fronte del Don

Intestazione di autorità

Intestazione
ARMIR Armata italiana in Russia

Date di esistenza

Data di istituzione/costituzione
1941
Data di soppressione/cessazione
1943

Storia istituzionale

Notizie tratte da treccani.it e wikipedia.org

ARMIR
 Sigla di Armata italiana in Russia, corpo di spedizione che operò nel 1942-43 nella zona del Don. Subentrata al CSIR (Corpo di spedizione italiano in Russia), costituito nel luglio 1941 al comando del generale G. Messe, e composta da circa 230.000 uomini, fu coinvolta nella disfatta di Stalingrado e nella successiva ritirata, contando più di 84.000 perdite tra morti e dispersi.
 

L'8ª Armata italiana (conosciuta anche nella prima guerra mondiale come "Armata del Montello" e nella seconda guerra mondiale come Armata italiana in Russia - ARMIR) fu una grande unità del Regio Esercito che nella prima guerra mondiale prese parte alla battaglia di Vittorio Veneto e nella seconda guerra mondiale alla campagna di Russia. Fu l'armata che tra luglio 1942 e marzo 1943 operò sul fronte orientale, in appoggio alle forze tedesche della Wehrmacht impegnate sul fronte di Stalingrado. Al comando del generale Italo Gariboldi l'8ª Armata venne inquadrata all'interno dell'Heeresgruppe B di Maximilian von Weichs, e schierata sul medio Don a protezione dell'ala sinistra delle forze tedesche che in estate avevano dato il via all'assalto della città di Stalingrado.

Le forze di Gariboldi vennero quindi utilizzate per l'occupazione statica di un tratto del fronte del Don lungo duecentosettanta chilometri, tra Pavlovsk e la foce del fiume Chopër, dove fin dai primi giorni furono impegnate a resistere a continui e logoranti attacchi sovietici. La dislocazione definitiva delle unità italiane, rinforzate anche da alcune divisioni tedesche, terminò solo agli inizi di novembre, appena pochi giorni prima l'inizio dell'offensiva sovietica contro le armate rumene a nord e a sud di Stalingrado. Dopo aver travolto le forze rumene, il 23 novembre l'Armata Rossa accerchiò la 6ª Armata tedesca a Stalingrado, e tutto ciò finì per avere gravi ripercussioni sull'8ª Armata, la quale si trovò con l'ala destra scoperta e le unità tedesche di rinforzo inviate a sostegno altrove.

Il 16 dicembre l'armata italiana venne investita dalle forze sovietiche impegnate nell'operazione Piccolo Saturno, che travolsero il II e il XXXV Corpo d'armata italiano, e causarono lo sfaldamento totale dello schieramento italiano e del distaccamento tedesco-rumeno "Hollidt". Ne seguì una ritirata disordinata attraverso la pianura sovietica che anticipò di circa un mese il catastrofico ripiegamento del Corpo d'armata alpino a seguito della seconda offensiva invernale sovietica del gennaio 1943. Il Corpo alpino non venne toccato dall'offensiva di dicembre e a gennaio era ancora schierato sul Don, a sud della 2ª Armata ungherese; ma l'11 gennaio scattò la nuova offensiva sovietica, che travolse le difese ungheresi e tra il 15 e il 16 anche quelle del Corpo alpino. Iniziò così una ritirata di due settimane attraverso la steppa russa che comportò grosse perdite, si concluse il 31 gennaio e decretò di fatto la fine dell'intervento italiano sul fronte orientale e la fine dell'8ª Armata stessa.

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